IPPOCAMPO

ippocampo

L’ippocampo è una parte del cervello, dalla forma simile a un cavalluccio marino, che si trova nel lobo temporale e corrisponde ad una piega della corteccia cerebrale. È inserito all’interno del sistema limbico che svolge un ruolo fondamentale nelle risposte comportamentali, nella memoria, nell’olfatto e nelle emozioni.

È una struttura pari, cioè troviamo un ippocampo nell’emisfero destro e uno nell’emisfero sinistro.

Partecipa alla formazione della memoria a breve e a lungo termine, alla memoria spaziale e all’orientamento.

Anatomia dell’ippocampo

L’ippocampo si compone di tre parti: l’ippocampo proprio, la circonvoluzione dentata e il subicolo.

Questa struttura si connette sia internamente, tra le parti stesse dell’ippocampo, che esternamente, con il sistema nervoso centrale.

È istologicamente caratterizzato dalla sovrapposizione di 4-5 foglietti di corpi di neuroni circondati da dendriti, tratti di assoni e altre fibre nervose.

Funzione

Le funzioni dell’ippocampo sono varie essendo coinvolto nei processi della memoria, della memoria spaziale e dell’orientamento, nell’apprendimento di nuove informazioni e movimenti.

Sembra essere anche coinvolto nell’associazione dei sensi a dei ricordi (come il profumo di cannella che ricorda il Natale).

Svolge la funzione di centro di elaborazione della memoria a lungo termine che conserva il ricordo degli avvenimenti passati, prima che vengano trasferiti ad altre aree cerebrali.
Partecipa alla memoria episodica, alla memoria di lavoro (che permette di memorizzare ed elaborare allo stesso tempo informazioni acquisite da poco) e al consolidamento della memoria (formazione di nuovi ricordi).

Le cellule di posizione che si trovano nell’ippocampo sono responsabili della memoria spaziale ossia la memoria che consente di ricordare i luoghi in cui si è già stati e le informazioni apprese su di essi, e che permette anche l’orientamento e l’elaborazione di mappe spaziali.

Secondo studi recenti, sembra che maggiore sia la mole di informazioni spaziali immagazzinate, più voluminosa sia l’area dell’ippocampo designata alla memoria spaziale.

Clinica

Lesioni o disfunzioni dell’ippocampo possono provocare:

  • Amnesia anterograda, cioè la perdita della capacità di memorizzare e fissare nuovi ricordi e informazioni. Causa quindi la perdita di memoria a breve termine, confusione, inabilità nel riconoscere visi e luoghi precedentemente conosciuti e la ripetizione continua delle stesse domande di cui si dimentica la risposta. Non intacca però i ricordi consolidati dalla memoria a lungo termine.
  • Amnesia retrograda, cioè l’incapacità di rievocare avvenimenti del passato e informazioni acquisite prima dell’evento patologico senza alterare la capacità di creare nuovi ricordi e incamerare nuove informazioni.
  • Epilessia del lobo temporale che comporta il verificarsi periodico di crisi epilettiche associate ad allucinazioni dei sensi (visive, uditive, olfattive, gustative) e problemi di memoria.
  • Schizofrenia.

Inoltre, è stato visto che nella malattia di Alzheimer, l’ippocampo è una delle prime regioni ad essere colpita; infatti, i primi sintomi consistono proprio in una defezione della memoria e perdita dell’orientamento.

Poiché l’ippocampo è ricco di recettori dei glucocorticoidi, è maggiormente vulnerabile allo stress rispetto ad altre aeree del cervello. Lo stress cronico, provocando un aumento elevato dei livelli di cortisolo, è una causa dell’atrofia neuronale dell’ippocampo. È stato visto come individui che sono stati sottoposti a stress traumatico grave e per lunghi periodi hanno sviluppato un’atrofia dell’ippocampo che si è manifestata nel disturbo post traumatico da stress, contribuendo anche alla depressione grave e schizofrenia proprio come conseguenza dell’atrofia dell’area ippocampale.

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