Relazione ansia-sonno

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Nei gatti gli atti istintivi sono quasi perfetti quando vengono compiuti per la prima volta: essi sono stati già provati nei sogni”.

Questa è la frase che ho tratto da un testo di neurofisiologia, Fondamenti delle neuroscienze e del comportamento di Eric R. KandelJames Schwartz e Thomas M. Jessell, in cui mi sono imbattuto quando ero studente di medicina e mi avvicinavo alla neurologia e alla neurofisiologia.

Ero alle prime armi e rimasi affascinato da questa frase meravigliosa, meravigliosa perché mi faceva comprendere per la prima volta che il sonno e il sogno sono assolutamente funzionali alla vita diurna, alla vita di veglia.

Questo accade nei gatti piccoli che devono imparare a predare, quando ancora non hanno imparato dall’esperienza. Si può parlare quindi di un programma innato  all’interno del loro sistema nervoso centrale ancora piccolino, che però, già attraverso il sonno e il sogno, si allena alla vita diurna, alla vita da predatore.

Nell’uomo cosa accade? Cos’è il sonno? Anche noi sogniamo per allenarci a quelle che sono le realtà della vita quotidiana?

Queste sono domande alle quali oggi possiamo rispondere.

Sappiamo che le ore di veglia e le ore di sonno sono intercorrelate e comunicano tra loro.

Possiamo quindi sostenere che il sonno è rigeneratore di ciò che ci accade durante le ore di veglia; un sonno che rigenera anche attraverso il sogno, facendoci smaltire le scorie prodotte nelle ore della giornata.

Durante il nostro vissuto quotidiano, senza rendercene conto, accumuliamo una serie di microtraumi, di pensieri, che vanno a cadere e ricadere nel subconscio e nell’inconscio e che poi devono poter subire una rielaborazione notturna, proprio per garantirci una disintossicazione totale da ciò che è accumulato nel tempo e che potrebbe realmente farci male.

Abbiamo già trattato, in altri video che vi invito a visionare sul nostro canale YouTube EurekAcademy, il sistema nervoso autonomo, il sistema simpatico e il sistema parasimpatico. Abbiamo visto come il sistema simpatico è quello relativo alla risposta attacco e fuga, mentre il parasimpatico è quello della funzione digestiva e del riposo.

Non a caso il sistema simpatico è molto attivo durante le ore diurne e il parasimpatico invece, nelle ore notturne, funge da elaboratore di programmi e riparatore di microtraumi.

Durante il giorno la pressione è sostenuta, la frequenza cardiaca accelerata e anche la frequenza respiratoria assume un ritmo sostenuto.

Nelle ore notturne, invece, il respiro rallenta, la frequenza cardiaca va nella quiete e tutto il tono vascolare si rilassa.

Ecco che, quindi, questo fine-tuning, (in inglese “mettere a punto”, “registrare”), quest’armonia di funzione tra il sistema simpatico e il sistema parasimpatico assume un ruolo importantissimo nel ciclo sonno-veglia.

È normale, a questo punto, porci una domanda: durante il giorno si rischia maggiormente di andare incontro a fenomeni infiammatori, para-infiammatori, peri-infiammatori, a causa del tono simpatico più attivo, rispetto alle ore notturne in cui il tono parasimpatico mi sfiamma?

La risposta è sì. È proprio così, cioè anche qui vige la legge della correlazione e dell’interazione tra il sistema nervoso centrale e il sistema immunitario e infiammatorio.

L’equilibrio del ciclo sonno veglia è fondamentale per poterci garantire un sistema immunitario pronto alle avversità delle ore diurne e meno pronto quando siamo chiamati a riposarci, a rilassarci nella tutela del sistema infiammatorio.

Esiste, inoltre, una correlazione tra ansia e sonno. Quando siamo ansiosi dormiamo meno bene e quando dormiamo meno bene, diveniamo più ansiosi.

C’è un legame bidirezionale reciproco tra queste due diverse funzioni importanti e fisiologiche, proprio perché l’ansia non è una malattia. L’ansia, entro certi limiti, ci garantisce la possibilità di rispondere in modo adattivo alle avversità della vita. L’ansia e lo stress, in misura moderata, sono funzionali all’adattamento. 

Quando eccediamo in una determinata funzione, andiamo in disfunzione. L’ansia patologica è correlata al disturbo del sonno e il disturbo del sonno, che può essere caratterizzato da diverse condizioni cliniche, è anch’esso correlato al disturbo d’ansia.

Questo per farvi comprendere quanto è importante l’igiene del sonno e quanto è importante vivere “nella presenza” senza eccedere nell’eccesso di pensiero.

Occorre impegnarci a recuperare le batterie quando sono scariche, per esploderle quando ne abbiamo la necessità, nel modo più funzionale, fisiologico, virtuoso possibile.

A cura del Dott. Gianluca Bruti

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